20 Mar 2024

Dividendo o bonus è il momento di scegliere

Tra il bonus e il dividendo, molti dirigenti stanno valutando quale sia il più vantaggioso in termini fiscali.

LE LEGGI E LE ALIQUOTE FISCALI CHE INFLUENZANO LA VOSTRA DECISIONE NON SONO PIU LE STESSE

  • L’esenzione dai dividendi è stata dimezzata da 2.000 a 1.000 sterline. L’importo annuale esente dall’imposta sulle plusvalenze ha subito una riduzione analoga.
  • La soglia per la tassazione con l’aliquota aggiuntiva è stata ridotta da 150.000 a 125.140 sterline. L’aliquota scozzese è la più alta. 
  • Per le società con profitti superiori a 50.000 sterline all’anno, le aliquote dell’imposta sulle società sono aumentate
  • Un’indennità di fondo del 100% sostituisce temporaneamente la superdeduzione del 130% per gli investimenti in fabbriche e macchinari.
  • I dirigenti e i datori di lavoro hanno visto ridursi le aliquote dei contributi previdenziali.
  • L’indennità annua di pensione è stata aumentata a 60.000 sterline. L’indennità di pensione a vita viene gradualmente eliminata. 
 
Nel complesso, tutti questi cambiamenti fanno sì che il modo più efficiente dal punto di vista fiscale di ricavare gli utili da una società con chiusura al 31 dicembre possa variare tra il 2023 e il 2022. Ad esempio:
 
Questo esempio corrisponde a una chiusura dell’esercizio al 31 dicembre. Se la vostra società ha una chiusura al 31 marzo, il dividendo netto nel 2023 sarà più basso perché l’imposta sulle società sarà più alta. Le cifre del bonus non cambierebbero.
 
 
I totali possono non corrispondere alla somma dei componenti per effetto dell’arrotondamento.
 
Ipotesi : 
 
1. I profitti lordi dell’azienda sono compresi tra 60.000 e 250.000 sterline, il che significa che il margine di profitto di 10.000 sterline è soggetto all’agevolazione sul margine, pro-rata per l’anno fiscale diviso.
2.  Il direttore è un contribuente al 40% (33,75% di dividendi) la cui esenzione dai dividendi è utilizzata altrove.
3. Non si applica l’indennità di occupazione del National Insurance Contribution.
 

CONTRIBUTI PER LA PENSIONE ?

 
Un contributo pensionistico del datore di lavoro potrebbe essere un’opzione più interessante per la gestione degli utili nel 2023 rispetto al 2022. Con le regole sull’assegno vitalizio ancora in vigore a quel tempo, i contributi pensionistici potrebbero non avere senso per alcuni nel 2022. Queste regole limitavano principalmente l’importo che si poteva detenere nel proprio regime pensionistico. Se negli ultimi anni hanno impedito a voi e/o alla vostra azienda di contribuire al vostro regime pensionistico, questa fine d’anno potrebbe essere il momento ideale per recuperare.
Nel 2023/2024 non è previsto alcun assegno vitalizio, che sarà abolito nella sua interezza a partire dal 6 aprile 2024. Ciò significa che voi, o la vostra azienda, potete aggiungere quanto volete alla vostra pensione.
Sebbene debbano essere giustificati, i contributi pensionistici del datore di lavoro possono essere significativi e beneficerebbero di uno sgravio totale dell’imposta sulle società alle nuove aliquote più elevate. In pratica, la complessità delle pensioni e delle altre modifiche fiscali rende indispensabile una consulenza prima di intraprendere qualsiasi azione. 
 

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