20 Déc 2019

La brexit e il suo impatto sulle aziende britanniche ed europee

Il risultato del referendum nel Regno Unito ha sconvolto il mondo intero. Tuttavia, è necessario ricordare che l’uscita ufficiale dall’Unione europea non è ancora avvenuta e al momento attuale è difficile stimare gli emendamenti a leggi e regolamenti e i cambiamenti in termini di imposte e condizioni legali. In ogni caso, si presume che tali emendamenti e modifiche si tradurranno in costi e impegni aggiuntivi da entrambi i lati, ovvero per il Regno Unito e l’Unione europea.

Gli esperti hanno stimato il volume commerciale (principalmente
importazioni/esportazioni di merci e materie prime) fra Regno Unito e UE in circa 1196 miliardi di Euro prima dell’uscita.

In termini di società consociate, la stima ammonta a 1.300 consociate tedesche presenti nel Regno Unito e 25.000 aziende britanniche con succursali in Germania, per un totale di 2,6 milioni di posti di lavoro.

Nello scenario peggiore, l’uscita del Regno Unito dal Mercato europeo molto probabilmente comporterà l’impossibilità per le aziende britanniche di accedere al Mercato europeo creando succursali o con semplici operazioni transfrontaliere e viceversa. I cambiamenti non hanno effetto immediato, il
Regno Unito continuerà a essere un membro effettivo della UE per almeno 2 anni
, durante i quali saranno negoziati nuovi accordi fra le due parti.

A breve termine, le leggi relative alle regolamentazioni del Regno Unito rimarranno corrispondenti alle regolamentazioni della UE.

Ma in futuro, sono plausibili vari modelli per la definizione delle relazioni bilaterali, simili alla Turchia, con un’appartenenza al SEE, oppure simili alla Svizzera con accordi bilaterali, o ancora con liberi accordi commerciali indipendenti, tutti modelli che cambieranno l’attuale metodo di condurre gli affari.

Fattori di rischio per le aziende con succursali sul territorio della controparte:

  • Aumento degli adempimenti burocratici e delle spese amministrative, anche con la conclusione degli accordi attesi per facilitare le relazioni economiche fra Regno Unito e Unione europea.
  • Maggiori fluttuazioni nei tassi dei cambi, con impatto diretto sui prezzi dei prodotti e maggiore pressione concorrenziale.
  • Rivalutazione della catena di fornitura da effettuare alla fine sulla base della valutazione dei rischi (costi e tempi di spedizione, standard e normative).
  • Maggiori costi logistici per il trasporto interaziendale a causa delle onerose procedure doganali.

Fattori di rischio per le aziende con mercato sul territorio
della controparte:

  • Requisiti specifici per il territorio che possono portare a procedure di test e richieste di certificazione specifiche
  • Maggiori dazi sulle importazioni con impatto diretto sui prezzi di vendita e sul marketing
  • Preferenza per i prodotti fabbricati sul proprio territorio con effetto sul mercato di vendita
  • Rischi per la libertà di movimento per i lavoratori con impatto sulla possibilità di assumere dipendenti all’interno dell’Unione europea.

Conclusioni

La posizione legale e normativa sarà sicuramente più complessa, in quanto sarà necessaria un’accurata analisi di ogni giurisdizione, in assenza dei diritti di accesso a nuovi trattati. A causa degli ulteriori adempimenti burocratici derivanti da una struttura legale e normativa più complessa, prevista dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, e dei relativi costi aggiuntivi, è già consigliabile, in questa prima fase, in particolare
per le aziende manifatturiere, preparare una riorganizzazione, in quanto la probabilità di un accesso limitato al mercato interno della UE e al mercato britannico è piuttosto elevata.

Onde posizionare l’azienda per un futuro di successo nel mercato rimodellato, è necessario riconsiderare le organizzazioni attualmente operative e le strutture aziendali analizzandole nei rispettivi territori.

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