Qualche settimana fa l’Internal Revenue Service ha annunciato misure per sostenere il potere d’acquisto degli americani del 2023. Questa direzione arriva nel bel mezzo di un contesto inflazionistico. Il governo statunitense ha infatti annunciato che l’indice dei prezzi al consumo, che misura un paniere di beni di consumo quotidiano, è aumentato dell’8,2% a settembre, molto più rapidamente del previsto.
Questa riforma fiscale consiste quindi principalmente in un aumento degli scaglioni d’imposta e delle detrazioni che possono essere effettuate sul reddito imponibile federale.
Questa volontà è guidata principalmente dal desiderio di evitare un fenomeno che porterebbe i cittadini a vedere aumentare i propri stipendi, in particolare a seguito di trattative salariali, senza vedere il proprio potere d’acquisto aumentare allo stesso ritmo. Ciò avverrebbe automaticamente se gli scaglioni fiscali rimanessero invariati. Il guadagno salariale verrebbe quindi in gran parte annullato dal raggiungimento di una fascia fiscale più alta rispetto a prima.
Quest’anno le soglie degli scaglioni fiscali saranno aumentate del 7%. Questo dovrebbe contribuire a sostenere il potere d’acquisto, in sofferenza da diversi mesi. Le modifiche introdotte dall’IRS nel 2022 si applicheranno all’anno fiscale 2023 e quindi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024.
Nonostante tutte queste modifiche, l’aliquota applicabile alla fascia fiscale più alta rimane del 37%. Questo è in linea con il desiderio di sostenere i redditi moderati piuttosto che i più ricchi.
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